Pinacoteca Accademia dei Concordi


Ritratto di studioso 
Domenico Capriolo (Treviso, 1494-1528)
Olio su tavola,105,5 x 83,5 cm

Rif. FA.LU.T0552

Pervenuto all’Accademia col nome di Tiziano, riportato dal Biscaccia (1846), il dipinto fu visto in troppo cattivo stato per potersi esprimere fondata mente dal Cavalcaselle (1878), che però pensava potesse essersi trattato di un Bernardino Licinio. Tale opinione fu ripresa dal Berenson (1932); il Venturi invece (1929) lo giudicò opera di Lorenzo Lotto. Qualche anno dopo, più rettamente, il Wilde (1933) lo riferì a Domenico Capriolo, seguito dal Pallucchini (1946), dal Valcanoner (1962), dal Semenzato (1966) e dal Ruggeri (1972).

Ed effettivamente il confronto, proposto dal Pallucchini, col Ritratto di Lelio Torelli del Bowes Museum di Barnard Castle, datato 1528, che è l’opera estrema del pittore, consente di avere una certa tranquillità sul riferimento. Tuttavia, come osserva il Ruggeri, una simile datazione è probabilmente troppo tarda per la nostra tela, di più nobile tenuta oltre che stilistica, psicologica, rispetto al ritratto inglese. Non ci pare però di dover condividere la sostanza delle sue osservazioni sull’influsso del Lotto, che ci sembra, nell’opera, assente; la cultura del Capriolo si spiega esclusivamente nell’orbita locale, trevigiana, dal Pennacchi al Bordon, al Pordenone, ed infine a Palma il Vecchio.

La collocazione cronologica attorno al 1515 proposta dal Ruggeri è, a nostro avviso, troppo precoce; mentre ci pare più fondata una all’inizio del terzo decennio, dopo il Presepe del Museo e la Assunta del Duomo di Treviso, antecedente alla fase ultima e più stanca documentata dalla pala di Cavasagra, da quella ancora praticamente inedita di Spercenigo, e dal Ritratto citato di Barnard Castle.