Pinacoteca Accademia dei Concordi


Madonna col Bambino
Niccolò Rondinelli (Ravenna, attivo c. 1480-1501)

Olio su tavola, 83,5 x 59 cm

Rif. FA.LU.T0624

Ragghianti è stato il primo (1939-1940) a identificare in questo dipinto quello acquistato, come opera di Gentile Bellini, a Venezia presso l’antiquario Sassi dal conte Giovanni Francesco Casilini; a conferma vi è la nota apposta dal nobile nel suo “Libretto spese di viaggio…” in data 13 dicembre 1795. Come risulta nei cataloghi di Urbani (1833) e di Biscaccia (1846), la presenza di un cartiglio in basso a destra con la scritta “GENTILIS BELLINUS/ EQUES/ANNO 1483” ha indotto costoro a ritenere l’opera di Gentile Bellini.

Si deve a Crowe (1871) l’attribuzione della stessa a Niccolò Rondinelli e ciò è confermato anche nell’Inventario, nelle guide dell’Accademia (1931-1953) e successivamente dai giudizi critici. In particolare per Heinemann (1962) si tratterebbe di una copia, raffigurante la Madonna adorante con il Bambino seduto, derivata da un prototipo, andato perduto, di Giovanni Bellini degli inizi dell’ultimo decennio del Quattrocento.

La paternità a Rondinelli è suffragata dal confronto con altri dipinti certamente da lui eseguiti, tra cui una tavola, conservata nella Galleria Doria Pamphilj di Roma, firmata e riproducente il medesimo soggetto.

Scarse sono le notizie pervenuteci su questo artista di origine ravennate, che Vasari definisce tra gli allievi di Giovanni Bellini “quello che più di tutti lo imitò e gli fece maggior onore”. Non sappiamo se Rondinelli avesse operato in Romagna prima del periodo trascorso a Venezia, ma certamente di origine belliniana è la serie di Madonne per devozione privata che egli realizzò verso la fine del Quattrocento.

Della tavola rodigina esistono varie e numerose repliche, tra le quali basterà citare, oltre a quella già menzionata della collezione Doria, la Madonna col Bambino del Rifksmuseum di Amsterdam e quella della Galleria Nazionale di Roma e ciò a riprova della popolarità raggiunta dall’artista in merito a questo soggetto.

In tutte queste composizioni si nota come Rondinelli: tenda a ingentilire il modello del maestro, impoverendolo però formalmente; questa Madonna, infatti, seppur piena di gusto e di grazia, è priva del rigore della forma belliniana. Il rapporto tra le figure della madre e del figlio, seppur semplificato, come per esempio nell’impossibilità di capire verso dove siano indirizzati i loro sguardi, viene risolto attraverso una eleganza formale che suscita un compartecipe e immediato sentimento.

Gli insegnamenti acquisiti da Bellini, pur non disgiunti dalla presenza di motivi derivanti da Carpaccio e da Cima da Conegliano, rimangono invece nel paesaggio alle spalle della Vergine, nascosto in gran parte da una tenda verde; infatti lo scorcio visibile rivela una sem-plificata, ma pur sempre interessante, interpretazione paesaggistica, giacché i pochi dettagli esistenti non distraggono lo sguardo dell’osservatore, che viene attirato da un unico motivo architettonico: una solitaria casetta posta sopra una sporgenza rocciosa.