Pinacoteca Accademia dei Concordi
Cristo benedicente
Pier Francesco Bissolo (Treviso,doc. 1492- Venezia, 1554)
Olio su tavola, 36,5 x 47,5 cm
Rif. FA.LU.T0536
Attribuita in collezione a Palma il Vecchio, e poi a scuola veneziana del XVI secolo, l’opera va collegata ad altre prove consimili, in cui si ripete esattamente il gruppo della Madonna col bambino, e variano solo gli sfondi; ad esempio la tavola della collezione Viezzoli di Genova, resa nota dal Berenson (1957, p. 141 e tav. 72), o la Sacra conversazione della Fondazione Longhi di Firenze, che lo stesso studioso attribuiva al Bissolo (cfr. Boschetto, 1971, n. 39).
Anzi il collegamento fra la tavola fiorentina e quella presente è già stato rettamente istituito da Valerio Bittarello (in La Fondazione Roberto Longhi a Firenze, Milano 1980, p. 259), e non resta che confermarlo; ma, a nostro avviso, è il nome del Bissolo a non poter essere sostenuto con assoluta certezza. Il pittore qui attivo è infatti di modi più esili e puntuti, e di minore altezza qualitativa, di quanto non sia solitamente l’artista veneziano; amante piuttosto di forme più dolcemente sfumate e di tenere rotondità. Né, per altro verso, è sostenibile la proposta dello Heinemann (1962) di riferire l’opera ai modi di Marco Bello;
questi, infatti, fu sempre pedissequo seguace ai Giovanni Bellini: mentre lo schema della Madonna col bambino è chiaramente di origine più moderna, derivando, come già rilevava il Berenson (1957, pp. 140-141), dalla Sacra conversazione n. 70 delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, a tutt’oggi dibattuta tra Giorgione e Sebastiano del Piombo.
La Madonna Viezzoli, la Sacra conversazione Longhi e la tavola della Pinacoteca dei Concordi Costituiscono dunque un gruppo omogeneo, riferibile indubbiamente alla stessa mano, che risente dell’influsso di Catena e del Cariani, e che effettivamente si colloca in vicinanza stilistica del Bissolo.