Pinacoteca Accademia dei Concordi


Madonna col Bambino
Marco Bello (Venezia 1470-1423)
Olio su tavola, 60,5 X 85 cm

Rif. FA.LU.T0112

L’opera, che Bartoli (1793) in merito alla collezione del conte Nicolò Casilini descrive come “rara pittura di Marco Bello Scolaro di Gio. Bellino“, è l’unico dipinto autografo di questo allievo di Giovanni Bellini, in un cartiglio in basso al centro il pittore appone il proprio nome, dichiarandosi discepolo del maestro veneziano: “OPVS MARCI BELLI DIS/CIPULI JOANNIS BELLINI. A questo proposito Trevisani (1984) ha sottolineato che la presenza della firma potrebbe significare il suo passaggio da semplice allievo ad artista autonomo. Di lui, infatti, non ci sono molte notizie tranne che, nato probabilmente a Venezia, sposò la figlia del più noto pittore Domenico da Tolmezzo e si trasferì nel 1511 a Udine, ove morì nel 1523. La critica si è dimostrata pressoché concorde nell’attribuirgli il dipinto, sottolineandone la derivazione da un modello belliniano e precisamente dalla Circoncisione della National Gallery di Londra, firmata “IOAN-NES / BELLINUS“. Sebbene sia difficile sostenere con certezza la paternità di quest’ultima, in quanto rispetto ai dipinti coevi di Bellini esiste una certa freddezza di realizzazione, è evidente che su di essa si basarono le molte repliche di bottega; Heinemann (1962) a questo proposito ne elenca ben trentadue, di cui la presente tavola risulta essere la più fedele.

Come per le due versioni della Presentazione al Tempio, si tratta di quelle rare rappresentazioni di episodi di storia sacra a mezze figure che Bellini derivò direttamente da Mantegna e che furono evidentemente talmente richieste dai committenti da venire ripetute anche dagli allievi.

In quest’opera il modello belliniano risulta semplificato, in quanto Bello modifica i plastici volumi del maestro in rigide forme geometriche, realizzando le figure in modo schematico, spigoloso e piatto su uno sfondo nero, tanto da farle apparire meccanicamente aggiunte in un secondo momento. Tutto ciò potrebbe rivelare la tecnica di esecuzione, risultando possibile che l’opera sia stata creata attraverso l’uso di un cartone di bottega: proprio il Bambino calvo, infatti, mette in evidenza come la sagoma del prototipo avrebbe dovuto essere completata con piccole ciocche di capelli.