Cartografia storica dell’Accademia dei Concordi


In viaggio tra la cartografia storica dell’Accademia è il nome del primo di una serie di possibili itinerari in rete, finalizzato a promuovere nuove modalità di conoscenza e valorizzazione del ricco, eterogeneo e prezioso patrimonio documentario presente presso la biblioteca dei Concordi. Apre il percorso sul Polesine la famosissima stampa della Corographia dello Stato di Ferrara (1603) di Giovanni Battista Aleotti. A seguire una selezione di carte settecentesche come ad esempio il Polesine di Loreo (1711), corografia di evidente interesse idraulico, il Polesine di Rovigo di Bartolomeo Clarici (1721), emblematica di un nuovo modo di concepire la produzione cartografica che si va delineando nella prima metà del‘700 e riuscita sintesi tra il disegno progettuale e la rappresentazione ufficiale del territorio dello Stato, la carta del Polesine di Rovigo, stampata da Antonio Zatta nella riedizione del 1795, che riporta vari particolari del territorio, in special modo quelli idrografici, mettendo in evidenza la serie di canali e scoli che attraversano il Polesine. Nel breve percorso ottocentesco si potrà incontrare la carta di Giuseppe Boerio che illustra il territorio del Dipartimento del Basso Po (1802) e una riedizione del 1810 della mappa di Giovanni Valle, che rappresenta un territorio molto vasto comprendente buona parte del Veneto, da Treviso a Ferrara e da Legnago al delta del Po e alla laguna veneta fino a Caorle. La carta, illustrata, da lungo cartiglio, riporta molte indicazioni geografiche, su vari aspetti del territorio, ed è arricchita di legende con notizie anche di carattere storico.

Più rapido l’itinerario cittadino, che si snoda attraverso una piccola serie di mappe che consentono di osservare i luoghi in dettaglio. Allora entriamo nella Rovigo tra il XVII e il XIX secolo osservandone la cinta muraria, i percorsi terrestri e fluviali e l’intenso tessuto edificato visibile in alcune straordinarie piante come ad esempio quella stampata da Pierre Mortier (1704), quella allegata alla pubblicazione di Francesco Bartoli del 1793, mentre utile per conoscere l’evoluzione toponomastica della città risulta essere la carta topografia di Luigi Bigon (1828).