Pinacoteca Accademia dei Concordi


Allegoria della fortuna 

Luca Giordano (Napoli 1634-1705)
Tela, cm 117 x 158
Rif. FA.RO.T0678

I due dipinti, insieme ad un terzo delle stesse dimensioni raffigurante Ulisse e Calipso, appartenevano alla collezione Silvestri. Erano collocati nella “Camera dei quadri” del palazzo Silvestri e precisamente sulla “facciata di contro alle finestre”. In seguito alla divisione della collezione, avvenuta nel 1877, questi due sono divenuti di proprietà del Seminario Vescovile, mentre il terzo è entrato nella Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi (Romagnolo, 1975). Sono descritti ampiamente da Bartoli (1793) che li ritiene “insigni lavori allegorici” e “di bei poetici pensieri ripieni del valente Luca Giordano, gran Maestro della Scuola di Napoli sua Patria”. E col nome del Giordano figurano nell’elenco di Rinaldo Silvestri (1794) che li valuta complessivamente 45 zecchini. Il primo dipinto raffigura la Fortuna che versa da una cornucopia molti tesori, che vengono raccolti dall’Ignoranza e dalla Pigrizia, mentre un filosofo assiste alla scena con indifferenza e la guarda con sospetto. Bartoli dice che il secondo raffigura Venere e Psiche, ma una scena simile è una Allegoria dell’Amor Sacro e dell’Amor Profano nella monografia su Luca Giordano di O. Ferrari e G. Scavizzi (Milano 1992, p. 265, fig. 172), i quali non si occupano dei tre

dipinti di Rovigo. Fiocco (1924) avanza dubbi sull’autografia del Giordano e li giudica prudentemente “sul fare” del pittore napoletano. Ferrari e Scavizzi, nella loro precedente monografia sulGiordano (1966), dimostrano di conoscere soltanto la tela della Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi attraverso una riproduzione fotogra-

fica, dalla quale ricavano l’impressione che si tratti dell’opera di un seguace, “forse Paolo De Matteis”. Gli altri studiosi che successivamente si sono occupati dei tre dipinti hanno confermato l’attribuzione al Giordano. Una conferma decisa ed argomentata viene da Ruggeri (1972), secondo il quale sono un trittico mitologico eccezionale eseguito dal Giordano durante un suo soggiorno a Venezia, che presenta stringenti rapporti con Betsabea del Museo Civico di Vicenza e inoltre con Diana ed Endimione e Bacco e Arianna del Museo di Castelvecchio di Verona. Quindi sarebbero stati eseguiti verso il 1670, all’epoca del secondo viaggio a Venezia. Rimangono tuttavia i dubbi avanzati da Fiocco.

Bibliografia

  1. Bartoli, Le pitture, sculture ed architetture della città di Rovigo, Venezia 1793, pp. 249-250. R. Silvestri, Quadri esistenti in casa Silvestri co’ loro prezzi secondo l’opi. nione del Possessore, ms., 1794, c. 3, (Biblioteca dell’Accademia dei Concordi). Inventario della collezione Silvestri (sec. XIX), nn. 88-90. G. Fiocco, Raccolte del Seminario Vescovile di Rovigo, ms., 1924, nn. 85, 86, (Biblioteca del Seminario Vescovile). E Valcanover, La Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, Venezia 1962, p. 7. O. Ferrari – G. Scavizzi, Luca Gior dano, Napoli 1966, II vol., p. 381. C. Semenzato, Guida di Rovigo, Vicenza 1966, p. 198. G. M. Pilo, in C. Donzelli – G. M.

Pilo, I pittori del Seicento veneto, Firenze 1967, p. 201. U. Ruggeri, Le collezioni pittoriche rodi-gine, in L’Accademia dei Concordi di Rovigo, Vicenza 1972, p. 173. T. Romagnolo, La Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi. Profilo storico, Rovigo 1975, p. 46. A. Romagnolo, La Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, Rovigo 1981, p. 180. P. L. Fantelli – M. Lucco, Catalogo della Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, Vicenza 1985, p. 134.

A.R. – PL.E